domenica 12 ottobre 2014

La FIAT se ne va e l'Italia resta con le pive nel sacco

Ho il dente avvelenato con la FIAT,  devo ammetterlo, la mia famiglia Alfista da sempre, non ha digerito la cessione gratuita di ALFA ROMEO alla fabbrica torinese e alla conseguente chiusura della gloriosa ALFA a Milano, ad Arese e a Pomigliano, però il fatto che dopo 115 anni la FIAT lasci Piazza Affari e sbarchi a Wall Street non mi va proprio giù.
E poco mi importa di sapere quello che avrebbe pensato l'Avvocato Agnelli  come scrive il Corriere della Sera e sapete perchè? Perchè questi Agnelli, tutti loro,  hanno vissuto sulle spalle degli italiani per troppi anni per avere il diritto di andarsene e di portare la fabbrica all'estero.
Dopo aver svuotato il mercato automobilistico italiano con l'acquisizione e la distruzione di  marchi come LANCIA, MASERATI, INNOCENTI e ALFA ROMEO grazie alla compiacenza  veramente poco velata, di molti politici amici ( non dimenticate il ruolo di Senatore del Cav. Agnelli e di Ministro degli Esteri della sorella che per me si è da sempre configurato, questo si, come un conflitto di interessi, e il ruolo devastante di Romano Prodi) la FIAT non si vergogna nemmeno un po' di lasciare l'Italia e quindi di togliere lavoro agli italiani in un momento in cui il lavoro si cerca come la manna. Dicono che passeranno l'Alfa Romeo alla Ferrari, ma  a chi lo vogliono raccontare...
Mi si dirà che gli interessi sono interessi e che la FIAT persegue quelli del nuovo gruppo che ha creato, ma il prestigio  di un gruppo sul mercato è anche determinato dalla sua correttezza verso chi  ha dato tanto per la sua crescita, ossia gli Italiani che hanno sempre pagato per mantenere in piedi la fabbrica torinese  milioni di ore di cassa integrazione.
Occorre però dire che la FIAT non si è dimostrata all'altezza,  teconologicamente parlando,  delle marche che ha avuto in "dono", prendiamo un esempio eclatante e forse non troppo noto, dovete sapere che gli stampi originali  dei  motori della gloriosa ALFA ROMEO sono stati tenuti dalla FIAT fino al 2002 e poi sono stati rotti e rottamati, da quell'epoca le Alfa montano infatti motori Fiat. Miglior sorte è toccata al  motore Alfa Romeo boxer montato sull'Alfa Sud, che  è stato invece venduto in toto ( brevetto e stampi) alla Subaru  che lo monta  sulle sue auto con immensa soddisfazione dei suoi clienti.
Per tutto questo  auguro alla FIAT di trovare in America quello che merita.

"Il Motore boxer Alfa Romeo è stato un propulsore a benzina con 4 cilindri, prodotto dalla casa automobilistica di Arese dal 1971al 1997 . Il monoblocco era in ghisa e le due teste in lega d'alluminio. Raffreddato ad acqua, era alimentato da uno o duecarburatori (doppio corpo) oppure, per i motori ad iniezione, da un sistema Bosch LE 3.1 Jetronic. Di questa tipologia di motore boxer sono state commercializzate sette versioni, montate longitudinalmente rispetto al cambio.
Va inoltre ricordato, che l'Alfa Romeo è stata la prima casa automobilistica al Mondo, a realizzare un motore boxer a 12 cilindri, il quale aveva una cilindrata di 1.500 cc ed era sovralimentato, del prototipo Alfa Romeo tipo 512 Gran Premio del 1940.
Ha poi sviluppato questa tecnologia nelle competizioni, applicandolo prima alla 33 da corsa, e successivamente in Formula 1. Nel 1977 conquistò il Mondiale Marche con il prototipo 33 SC 12 (con telaio in lega d'alluminio), spinto dal 12 cilindri boxer di tre litri già montato sulla 33 TT 12, ma con potenza portata ad oltre 520 CV, per una velocità che oltrepassava i 350 km/h. Nell'ultima gara del campionato 1977, sul circuito di Salisburgo, l'Alfa portò al debutto un’interessante versione turbo del boxer 12 cilindri, con cilindrata ridotta a 2.134 cm³ e l'elevata potenza di 640 CV."

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